martedì 21 aprile 2020

COVID-19





Lo ricorderemo tutti questo brutto periodo, segnato dall'solamento forzato tra le mura di casa per quasi due mesi e dall' impossibilità di fare quello che fino al 10 marzo scorso era per tutti banale e normalità. 
Impossibile muoversi, vedere le persone care, la paura in ogni azione e in ogni circostanza fin poco prima naturale e normale.... 
Per quanto mi riguarda la situazione si è appesantita ancor di più  quando ho saputo di essere risultato positivio al Covid 19 il 04 aprire 2020 a seguito di un tampone effettuato per la comparsa dei sintomi della malattia che mi hanno tenuto compagnia per le due settimane successivie.
Da qui ne è scaturito un isolamento totale di più di un mese, 43 lunghi giorni per avere i due definitivi tamponi negativi, dove l'impegno fisico ma soprattutto quello psicologico è stato molto difficile ed importante e non sempre facile da gestire.
Ecco però che una situazione negativa è resa ancor più negativa dalla positività al Covid 19, ha avuto i suoi risvolti positivi, la vicinanza se pur virtuale ma forse ancor più presente delle persone care che hanno dimostrato tutta la loro preoccupazione e la voglia di aiutarmi che ho apprezzato  moltissimo. 
L'aiuto fondamentale di mia sorella e dei miei genitori, l'amore della mia compagna distante fisicamente ma sempre vicina con il cuore, le mie figlie e la loro mamma e tutti quegli amici che si sono preoccupati di sapere le mie condizioni fisiche e di cosa avrei avuto bisogno. Grazie.


Il risvolto più crudele e' stato dover assistere a due mesi che, sotto il profilo metereologico non si ricordavano da tempo, con un clima ed un aderenza difficilmente riscontrabilli in questo periodo dell'anno, soprattutto quando, per tutto l'inverno tra mille peripezie aspetti il periodo migliore per tentare quel progetto e quel sogno sportivo che culli da così tanto tempo e che sai che puoi provare a realizzarlo solo un determinato periodo dell'anno.... Adesso.


La mancanza di scalata e di libertà e stata uguale per tutti o quasi quello che non è stato uguale per tutti e' il risvolto subdolo di questa malattia che per molti ha significato dolore e sofferenza importanti, per questo motivo mi ritengo fortunato, se pur contagiato da un virus che si è rivelato infido e difficile da superare, nel averlo affrontato e superato in maniera più facile rispetto ad altri e di poter riprendere la mia vita quotidiana senza strascichi importanti.
Il sogno sportivo rimane vivo in me se pur gli anni passano inesorabilmente e diventa ogni giorno più difficile rimanere aggrappati, in tutti i sensi, all'arrampicata, con gli stimoli e il sacrificio che questi obiettivi richiedono, ma chissà che, passato questo periodo surreale i sogni non debbano più aspettare e non si possano realizzare, l'insegnamento che ci lascia questa fase della vita è che non si può sapere quello che essa ed  il futuro ci riservano ed è quindi importante credere e cercare di realizzare ogni giorno il meglio di noi stessi perché, come scrisse qualcuno .... "del domani non vi è certezza" .....
Canon